
Ha tenuto banco sui media di questi giorni la vicenda del vincolo monumentale su alcune ville del lungolago (tra l'hotel La Palma e Des Iles Borromees), vincolo apposto non appena la proprietà e il comune hanno iniziato le procedure per la costruzione di un grande albergo. Due sono i vincoli apposti dalla Soprinetendenza: uno su Villa Marina (villa situata a fianco dei portici, nella foto), l'altro su villa Natalia Bossi che è situata non direttamente sul lungolago ma su via Duchessa di Genova. E' con riferimento a questo edificio che la proprietà ha presentato ricorso al Ministero per la revoca del vincolo che dovrebbe essere deciso in queti giorni.
Vorrei precisare qui di seguito la posizione dell'Amministrazione, come già ribadita più volte pubblicamente, che è favorevole alla nascita di una nuova struttura alberghiera.
Questo perché ciò permetterà di sbloccare finalmente, dopo più di venti anni, la sistemazione dell’area, oggi fatiscente, sul lungolago tra i due alberghi sopra indicati con la nascita di un nuovo grande albergo. Nel consentire il nuovo albergo (tra l’altro già previsto nel Piano regolatore) l’Amministrazione ha imposto, sensibile alle esigenze paesaggistiche, il mantenimento di Villa Marina sul lungolago e dei portici prima dell’hotel Borromees. Dunque per la prima volta nella storia di Stresa per la nascita di un nuovo albergo seguirà un ingente introito alle casse comunali, ben 1.560.000 euro, oltre agli ulteriori introiti per oneri di urbanizzazione che, nel caso di specie, ammontano, sempre per le casse comunali, a oltre 2.500.000,00 di euro. Quindi un nuovo albergo, la sistemazione di un’area del lungolago oggi fatiscente e un totale di oltre 4.000.000,00 euro per il comune da investire in opere per la città senza far ricorso alla leva fiscale.
Tutta questa operazione ha suscitato molte polemiche. Molti infatti non vogliono proprio che nasca un nuovo albergo in quel punto, ancorché sia previsto dal PRG; altri sostengono che la proprietà dovrebbe solamente recuperare tutte le ville per farne delle abitazioni. Addirittura qualcuno (il consigliere comunale d'opposizione Vecchi) ha artificiosamente interpretato come un “fare gli interessi privati” tutta questa operazione, promuovendo addirittura un ricorso al Tar per bloccare il tutto perché, a suo dire, il comune non potrebbe farsi pagare il trasferimento volumetrico dagli operatori alberghieri. L’Amministrazione in realtà ha agito con l’obiettivo di dare una sistemazione ad un’area degradata della città, attraverso la nascita di una struttura alberghiera, completando il fronte lago, in considerazione che ciò porterà ulteriore economia e indotto (almeno settanta nuovi posti di lavoro). Si è inoltre cercato di salvaguardare le esigenze paesaggistiche per la presenza di alcune ville o edifici, prescrivendo infatti la conservazione di quelli di maggior pregio.
E' assolutamente improprio parlare di ecomostro, come cerca di fare l'associazione Italia Nostra, il cui vice presidente provinciale è tra l'altro un grande albergatore del Lago e della vicino Baveno. Questo perché non c'è ancora un progetto presentato su cui dare un giudizio. E poi perché allora, per questa associazione ambientalista, dovrebbero considerarsi ecomostri anche l'Hotel Regina, il Bristol o il Des Iles Borromees che hanno addirittura volumi superiori a quello in discussione.
Si oppone a questo progetto anche il consigliere Vecchi, socio dell'utima ora di Italia Nostra, al quale però è dato poter edificare a Ghevio un nuovo albergo in una zona solitamente a vocazione florovivaistica. Evidentemente sul Vergante i problemi paesaggistici non esistono. Interessano solo a Stresa.
Da qui si può comprendere la strumentalizzazione di tutta la vicenda che appare piuttosto sospetta. In ogni caso sarà il Ministero a decidere, perché dal vincolo o meno della villa Natalia Bossi dipenderà il futuro dell'albergo.