La giuria dei critici del
Premio Stresa di Narrativa, composta: da
Piero Bianucci, Enrico Castrovilli, Maurizio Cucchi, Orlando Perera, Marco Santagata, e presieduta da
Gianfranco Lazzaro ha selezionato le cinque opere finaliste del Premio Stresa di Narrativa 2011. Le cinque opere prescelte tra le oltre sessanta pervenute, saranno ora sottoposte alla giuria dei
sessanta lettori che,
congiuntamente alla giuria dei critici, sceglierà il vincitore.
I finalisti sono:
“Il denaro in testa” di Vittorino Andreoli edito da Rizzoli
“L’energia del vuoto” di Bruno Arpaia edito da Guanda
“Settanta acrilico trenta lana” di Viola Di Grado edito da Edizioni e/o
“Hotel Locarno” di Alain Elkann edito da Bompiani
“L’Italia non esiste” di Fabrizio Rondolino edito da Mondadori
Il Premio Stresa di Narrativa sarà consegnato entro la fine del mese di ottobre a Stresa.
La manifestazione è organizzata dall'Associazione Turistica Pro Loco di Stresa, con il
patrocinio della Città di Stresa.
Targhe della Giuria
La Giuria dei Critici ha altresì deciso di attribuire le seguenti targhe speciali a:
? “Un’eredità lombarda” da Milano alla Franciacorta e “Profili di donne lombarde”
di Franca Pizzini, edito da Edizioni Gabriele Mazzotta (Milano)
? “In caso di necessità” di Gianni Lomazzi, edito da Eclissi Editrice (Milano)
? “Rose di notte” di Benedetta Sara Galetti edito da Giampiero Casagrande editore
(Lugano- Milano)
? “2745 m s.l.m.” di Elda Pianezzi edito da Salvioni Arti Grafiche (Bellinzona -
Svizzera)
“Le opere finaliste saranno presentate in una serie di incontri letterari estivi”
Gli autori delle cinque opere finaliste selezionate dalla Giuria saranno invitati a presentare le loro opere in una serie di incontri letterari, che saranno organizzati a Stresa durante il periodo estivo.
Storia del Premio Stresa
Il Premio Stresa di Narrativa ha oltre trent’anni di vita: la fondazione risale, infatti,
al 1976. Dopo un’interruzione di alcuni anni, il Premio Stresa di Narrativa è ripreso nel
1995 sotto l’egida dell’Associazione Turistica Pro Loco di Stresa.
La presenza di tutte le principali case editrici e la presenza di scrittori di grande fama (tra
gli altri Maurizio Maggiani, Alberto Bevilacqua, Roberto Pazzi, Simonetta Agnello
Hornby, Maurizio Cucchi, Marco Santagata, Paolo Rumiz) nell’albo d’oro, conferma la
sempre maggiore rilevanza del Premio nel panorama letterario italiano.
L’Albo d’Oro del Premio Stresa di Narrativa:
1976 – Gianfranco Lazzaro - Il Cielo Colore delle Colline
1977 – Eugenio Travaini - Il vento in Testa
1978 – Marise Ferro - La Sconosciuta
1980 – Carlo della Corte - Grida dal Palazzo di Inverno
1981 – Virginia Galante Garrone - Se Mai Torni
1982 – Marcello Venturi - Sconfitti sul Campo
1983 – Davide Lajolo - Il Merlo di Campagna e il Merlo di Città
1984 - Giorgio De Simone - L'armonista
1995 – Duilio Pallottelli – Voglia di Famiglia
1996 – Enrico Fovanna – Il Pesce Elettrico
1997 – Dante Maffia - Il Romanzo di Tommaso Campanella
1998 – Guido Conti – Il Coccodrillo sull’altare
1999 – Maurizio Maggiani – La Regina Disadorna
2000 – Alberto Bevilacqua – La Polvere sull’Erba
2001 – Roberto Pazzi – Conclave
2002 – Diego Marani – L’ultimo dei Vostiachi
2003 – Simonetta Agnello Hornby – La Mennulara
2004 – Antonia Arslan – La Masseria delle Allodole
2005 – Maurizio Cucchi – Il male é nelle cose
2006 – Marco Santagata – L'amore in sé
2007 – Paolo Rumiz – La leggenda dei monti naviganti
2008 – Andrea Fazioli – L'uomo senza casa
2009 – Giuseppe Conte – L'adultera
2010 – Francesco Carofiglio – Ritorno nella valle degli angeli
Breve traccia delle opere finaliste
“Il denaro in testa” di Vittorino Andreoli edito da Rizzoli
Il denaro sul "lettino" dello psichiatra: un personaggio capace di riempire la testa dell'uomo come in una
possessione che cancella ogni identità e ogni norma di comportamento civile. Il denaro nell'analisi di uno
psichiatra e non di un economista, dunque di chi si occupa di salute della mente e non di tecniche per
garantire il benessere economico dell'individuo e dell'intera comunità. E in questa invasione di campo si
scopre che il denaro è fonte di malattia. Per chi è povero ma anche per chi ha i forzieri pieni. Vite che
ruotano intorno ai soldi, al desiderio di possederli, alla paura di perderli: l'ossessione, la dipendenza,
l'angoscia, il lutto... si finisce per ridurre una società al denaro come misura del valore non solo delle
cose, ma della stessa persona. L'uomo a una sola dimensione. Nella follia da denaro si corre il rischio di
sostituire le banconote agli affetti, che assumono un prezzo in euro. In questa situazione emerge un
bisogno di felicità che non è direttamente legato a stati di ricchezza o povertà. Non si tratta di una
strategia consolatoria in un momento di crisi dell'economia nazionale e mondiale, ma di un modo per
ritrovare il significato della vita e delle relazioni interpersonali.
“L’energia del vuoto” di Bruno Arpaia edito da Guanda
È notte, su un'autostrada svizzera. Una macchina procede a velocità sostenuta, diretta a Marsiglia. A
bordo un uomo, Pietro Leone, funzionario dell'Onu a Ginevra. Accanto a lui dorme il figlio Pietro, una
console stretta tra le mani, i jeans a vita bassissima come ogni adolescente che si rispetti. I due sono in
fuga, da non si sa bene cosa. La sola cosa che Pietro sa è che da giorni qualcuno sta tenendo sotto
controllo i movimenti suoi e della sua famiglia e che la moglie Emilia, ricercatore al Cern, è scomparsa da
casa da qualche giorno. La donna stava lavorando, con un gruppo di fisici spagnoli, a un rivoluzionario
calorimetro per decifrare le energie di fotoni ed elettroni...
“Settanta acrilico trenta lana” di Viola Di Grado edito da Edizioni e/o
Camelia vive con la madre a Leeds, una città in cui "l'inverno è cominciato da così tanto tempo che
nessuno è abbastanza vecchio da aver visto cosa c'era prima", in una casa assediata dalla multa.
Traduce manuali di istruzioni per lavatrici, mentre la madre fotografa ossessivamente buchi di ogni tipo.
Entrambe segnate da un trauma, comunicano con un alfabeto fatto di sguardi. Un giorno però Camelia
incontra Wen, un ragazzo cinese che comincia a insegnarle la sua lingua: gli ideogrammi. Assegnando
nuovi significati alle cose, apriranno un varco di bellezza e mistero nella vita buia di Camelia. Ma Wen
nasconde un segreto, assieme a uno strano fratello che dietro una porta deturpa vestiti...
“Hotel Locarno” di Alain Elkann edito da Bompiani
Un romanzo ambizioso e personale, un'intensa storia d'amore e un punto di vista originale su cosa siano
la scrittura e la felicità. Convinto di aver perso la libertà e l'ispirazione, un autore riflette con il suo analista
sul romanzo che vorrebbe scrivere. Il protagonista del romanzo è Michael Dufay, un celebre critico d'arte,
infelice perché consapevole di non aver mai trovato la donna perfetta, da lui sempre rincorsa. Negli anni,
ha lasciato scivolare la bellissima Gabriela, avventuriera argentina erotica e affascinante, e la moglie
Daisy, dolce ma irrisolta nella sua ricerca del successo. Michael però non si arrende, ossessionato dal
desiderio di un'ultima possibile felicità. E se la felicità fosse Gloria, una donna inglese che il destino gli
invia come un messaggio in una bottiglia, sotto forma di un annuncio sulle pagine del "Financial Times"?
L'annuncio suscita in Michael un sentimento dimenticato da tempo, ma lui sa di non avere più il coraggio
di sbagliare. Svicola quindi, fuggendo verso Napoli, che si scoprirà risolutrice di un equivoco. Lì un colpo
di teatro verrà a sparigliare le carte... Infine, l'autore del romanzo ritrova l'ispirazione, la storia è conclusa
e l'analista comprende che il suo paziente lo ha aiutato, in un ribaltamento di ruoli, a mettere a fuoco i
segreti della sua vita.
“L’Italia non esiste” di Fabrizio Rondolino edito da Mondadori
"L'Italia non è mai stata una nazione, e non lo sarà mai ... L'unità d'Italia che pomposamente si festeggia
o si dileggia, a seconda delle opportunità politiche, è la più grande catastrofe abbattutasi sulla nostra
penisola ... I soli ad avvantaggiarsene veramente sono stati i preti, che hanno esteso i confini dello Stato
della Chiesa fino a farli coincidere con quelli della penisola. L'Italia unita è un ipertrofico Stato pontificio,
dal quale ha ereditato le sue due caratteristiche principali: la corruzione e l'ipocrisia." Con queste
considerazioni Fabrizio Rondolino inizia un'amara e pungente rilettura della storia italiana, nel
centocinquantesimo anniversario dell'unificazione. Alla vigilia di quel processo, la penisola offriva esempi
di ottima amministrazione. Oggi, invece, l'Italia arranca nelle retrovie di tutte le graduatorie; penultimi al
mondo per tasso di crescita nei primi dieci anni del millennio. Questo inesorabile declino è il punto di
arrivo di un'unificazione forzata e innaturale, di centocinquant'anni di politica corrotta, viziata dal
trasformismo, chiusa a ogni innovazione. Attraverso una riflessione che passa per Dante e Machiavelli,
Leopardi, Manzoni, Prezzo-lini e molti altri scrittori, l'autore ricostruisce con vivacità la nostra parabola
storica. La conclusione è impietosa: l'Italia di oggi, incattivita e piena di rancori, non ha niente da lasciare
in eredità ai propri figli, neanche l'allegria e la spensieratezza che un tempo gli stranieri ci invidiavano.