Questa volta ce l’ha fatta davvero. Ma l’elezione alla Camera dei deputati è avvenuta nel momento per lui forse meno opportuno. Valerio Cattaneo è stato proclamato ieri in sostituzione del dimissionario Giuseppe Vegas (divenuto nel frattempo presidente della
Consob) e oggi sarà sui banchi di Montecitorio per il turno pomeridiano delle votazioni: la maggioranza risicata impone anche questi sforzi, al mattino sarà a Torino per presiedere il Consiglio regionale, dopo pranzo il volo per farsi trovare pronto tra le 17 e le 17,30. Ma quanto durerà l’esperienza da deputato del coordinatore provinciale del Pdl? Sicuramente poco, al massimo due mesi. Quelle di parlamentare e consigliere regionale sono incompatibili come cariche, dunque
Cattaneo dovrà scegliere. La legge prevede sessanta giorni per far valere l’opzione, c’è chi è riuscito anche ad arrivare a sei mesi tra un rinvio e un richiamo. «Non sarà il mio caso - precisa Cattaneo -. Le leggi sono fatte per essere rispettate, innanzitutto dalla classe politica. Entro febbraio, prima della scadenza dei 60 giorni, farò la scelta».
Roma o Torino? «Ho le idee chiare, ma per correttezza ne parlerò innanzitutto con il partito, con il segretario regionale Enzo Ghigo». Difficilmente però Cattaneo opterà per la strada romana, e non solo perché continua ad essere vivo il rischio di elezioni anticipate: in Regione ha ottenuto un ruolo di primo piano, la presidenza del Consiglio, che l’ha lanciato negli ambienti che contano del Piemonte e lì intende restare.
Cattaneo era risultato il primo dei non eletti alla Camera nel 2008, e da subito si era detto che il posto era di fatto garantito perché Lucio Stanca si sarebbe dimesso per fare il ministro (ma non fu nominato) e in seguito che avrebbe lasciato in quanto amministratore delegato di Expo 2015, cosa mai accaduta. Adesso le dimissioni di Vegas. «Ero risultato il primo escluso anche nel 2006, finalmente è arrivato il mio turno». Ma poche emozioni: «Entrare oggi in aula sarà sicuramente un’esperienza particolare, però a Torino sto già facendo un lavoro ricco di soddisfazioni che mi permette di operare concretamente per il territorio», si limita a dire. Intanto ieri si è scritto al gruppo del Pdl: «Avevo quattro giorni di tempo, ho voluto dichiarare subito la mia fedeltà al partito e a Berlusconi».
TRA TORINO E ROMA Il coordinatore Pdl non anticipa la decisione ma difficilmente abbandonerà Palazzo Lascaris